di Pierre Yelen - Me lo ricordo bene quel bambino. Avrà avuto 8 anni. Corporatura massiccia ma veloce. Uno scatto da atleta per andare a nascondersi dietro l’albero, al mio arrivo con la moto. Un pianto urlato, un viso terrorizzato. Situazione imbarazzante. La mamma mi viene incontro, sorridendo. Spengo subito il motore, con espressione interrogativa contraccambio il sorriso. La signora mi invita a sedermi sotto l’ombra del mango, dove il marito mi stava aspettando, non curandosi del bimbo urlante. Si accorge del mio impaccio: “… non ha mai visto un bianco. Ha paura…” - mi spiega per rassicurarmi -. “Vieni qui Yacouba, vieni a salutare”. Il pianto non cessa. “… te l’avevo detto che se non avessi fatto il buono, sarebbe arrivato l’uomo bianco per portarti via…”.
Un flash di terre africane. È riaffiorato in questi giorni alla memoria, tra Basil Davidson, Joseph Ki-Zerbo e René Dumont, ricollocato nella savana arborata di Niamtougou, nel nord del Togo, a metà degli anni ’80.
Un’istantanea ancora nitida, riattualizzata in questi giorni leggendo un articolo di NordSud Journal che titolava “Mali: panico all’aeroporto di Bamako all’arrivo del volo Air France”; ben supportato da Repubblica del 25 marzo “Coronavirus, l'Africa e l'untore bianco: Episodi di violenza contro europei e americani".
Paura dell’uomo bianco, al tempo del Covid19!
Leggendo gli articoli, però, si scopre che quasi la totalità dei trecento passeggeri di Air France erano maliani che stavano rientrando a casa e che la violenza contro gli europei e gli americani era confinata nel fatto che “…nei confronti degli occidentali cresce la tensione che sfocia in atteggiamenti minacciosi, insulti e diffusione di fake news su "l'untore straniero"…”.
Paura delle fake news, al tempo di internet?
Per capire meglio, ho voluto comunque contattare i miei amici africani. Hanno liquidato le mie preoccupazioni con risate e le solite battute “… lo sai bene che sei l’unico bianco di cui abbiamo paura!”.
Sono affaccendati in tutt’altre faccende!
Amhadou, dal Mali, mi conferma che sono stati rilasciati i cinque uomini rapiti insieme al leader dell’opposizione Soumaila Cissé. Del leader dell’Unione per la Repubblica e la Democrazia – il maggior partito dell’opposizione - non ci sono ancora notizie certe se non quelle della sua rielezione come deputato, fin dal primo turno delle legislative di domenica scorsa.
Francois da Ouagadougou, invece, mi racconta dell’ennesimo attacco jihadista nel nord del Burkina Faso. Questa volta contro una postazione di “Volontari per la difesa della Patria”. Giovani ragazzi, con un addestramento insufficiente ed il più delle volte senza mezzi di difesa adeguati. Ne sono stati uccisi 4 ed un quinto è gravemente ferito.
Paura della quotidianità, nel Sahel d’inizio millennio!
3 aprile 2020