di Pierre Yelen - È nato in Costa d’Avorio, nella Provincia di Lakota, nel Sud. Suo padre proviene da un villaggio vicino a Saponé, migrato alla fine degli anni Ottanta per raccogliere cacao; le cose inizialmente vanno bene e si è fermato. Anche sua mamma raggiunge il marito, contribuendo al reddito familiare, con piccoli commerci nel villaggio dove risiedono: una comunità prevalentemente di migranti burkinabé. In Costa d’Avorio sono più di quattro milioni.
Moussa, però, all’età di due anni viene riportato a Pissi, in Burkina Faso. “… Deve crescere ancorato ai valori delle origini! “
Sua nonna materna ma soprattutto le due zie più grandi, le sorelle della mamma, lo allevano come un figlio, aggregandolo a cugini e cugine. È la famiglia allargata.
Non è un caso isolato. Molti figli di migranti vivono lontano dai genitori che vedono di rado. La vera famiglia è quella “allargata”, fatta da molte mamme e tanti fratelli/sorelle che possono essere cugini e cugine, abitare nello stesso villaggio, nello stesso comune o altrove.
Il livello di parentela è determinato dai luoghi. In Italia tutti gli africani sono fratelli e sorelle per Moussa, in Africa lo sono tutti i burkinabé, in Burkina Faso tutti i mossi, a Koudougo quelli che vengono dal suo comune nel quale, però, solo quelli del suo villaggio vengono riconosciuti come fratelli e sorelle. Nel villaggio ci sono ancora i fratelli/sorelle di “marmite”, ovvero quelli che mangiano insieme - dalla stessa pentola - ed infine ci sono i fratelli/sorelle dello stesso padre e della stessa madre. Questi sono fratelli e sorelle come in tutto il mondo.
Moussa cresce e comincia la scuola. I genitori migranti mandano le risorse per il suo mantenimento. Durante la guerra civile ivoriana, però, è impossibile. La ricerca della sopravvivenza le consuma! È il nonno paterno, allora, che si fa carico di Moussa. Impiegato nel comune di Pissi, è aiutato dalla nonna e dalle figlie più grandi, che coltivano ortaggi ed allevano polli. È il soccorso della famiglia allargata.
Le elementari nel villaggio, le scuole medie nel comune, il liceo a Koudougou. Il nonno ci tiene che Moussa studi: è un bimbetto sveglio e poi un ragazzo intelligente ed ambizioso.
Finisce la guerra, ricominciano gli accrediti dalla Costa d’Avorio. Moussa non ne ha più bisogno: vince una borsa di studio per la facoltà d’agronomia a Bobo Dioulasso. I bonifici però non si fermano. Ci sarà sempre qualcuno nella famiglia che ha avrà bisogno di risorse! Un giorno i genitori-migranti torneranno definitivamente al villaggio e, con questo comportamento, si preparano un’accoglienza calorosa.
Moussa si laurea come agronomo.
La migrazione è un’opportunità. È un investimento della famiglia allargata. I risultati della migrazione interafricana sono più efficaci di quella intercontinentale, nella maggior parte dei casi.
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