Domenica 26 maggio 2019, presso la sala conferenze Mater Gratiae del parco agrosolidale di Montemorcino a Perugia nell’ambito di Perugia PicNic di Acli Perugia evento inserito nell’ambito della 3° ed. del Festival dello Sviluppo Sostenibile, Tamat ha tenuto un convegno dal titolo Fare Cooperazione in Umbria, le buone pratiche territoriali.
L'iniziativa rientra nel quadro di Nuove Narrazione per la Cooperazione – progetto guidato da Action AID Italia, co-finanziato da AICS e di cui Tamat è partner ufficiale per l'Umbria. Sono infatti sette le regioni coinvolte: Umbria, Piemonte, Marche, Lombardia, Liguria, Lazio, Emilia Romagna e Calabria.
Il progetto ha lo scopo di promuovere il rilancio e la diffusione di una narrativa positiva sullo sviluppo sostenibile in grado di fornire un’informazione corretta e basata su dati ed evidenze che possano rafforzare il dibattito pubblico sul tema, contribuendo alla crescita di una comunità inclusiva, aperta al mondo e alle diversità.
In questa occasione Tamat ha presentato le best practices di cooperazione a vantaggio delle comunità: progetti e iniziative che hanno molto spesso il doppio obiettivo di integrare migranti, rigenerare spazi e ricreare socialità nei nostri territori e progetti di cooperazione internazionale in Camerun, Afghanistan, Burkina Faso, Etiopia solo per citarne alcuni.
Il programma di Fare Cooperazione in Umbria ha preso il via con i saluti di Alessandro Moretti di Acli Perugia per poi passare all’apertura dei lavori affidata a Colomba Damiani, Tamat.
Ha introdotto la presentazione delle Buone Pratiche umbre Domenico Lizzi, di Tamat e capo progetto di ColtiviAmo l'Integrazione, con una relazione introduttiva dal titolo “I progetti e le buone pratiche della cooperazione”. Dopo la proiezione di un breve estratto del cortometraggio dedicato agli orti di Lambé, Lizzi ha descritto il lavoro fatto a Perugia prima con il progetto Urbagri4women e oggi con ColtiviAmo l'Integrazione negli orti di Montemorcino con i ragazzi richiedenti asilo: una sperimentazione agricola che ha visto come protagonista l'okra, alimento tipico africano. Coltivare l'okra ha permesso ai ragazzi anche di raccontarsi, di loro stessi e della loro cultura agroalimentare. Da quest'anno la produzione di Montemorcino si allarga: verranno coltivati anche pomodori, zenzero, peperoni e altri alimenti tipici della cucina italiana in modo da poterli inserire nel mercato locale e poter dare sostenibilità al progetto. Grazie a questo progetto Tamat è rientrata nel progetto Semìno.
A seguire sono intervenuti Malamine Kidiera e Carlo Morini di Diamante, Africa e Nocera Umbra Insieme, associazione nata dalla sinergia di un giovane imprenditore agricolo italiano e di un giovane senegalese arrivato in Italia qualche anno fa come richiedente asilo; Giorgio Donati per Fiorivano le Viole, associazione del centro storico di Perugia la cui azione invasiva e persuasiva è riuscita a dare nuova vita a via della Viola (e strade limitrofe) allontanando spacciatori e delinquenti e permettendo la rinascita di locali, bar, ristoranti, del cinema oggi Post- Modernissimo e di uno spazio sociale polifunzionale in via Cartolari; Enrico Flamini della Cooperativa San Giustinese che ha dato nuovo impulso al Cinema Teatro Astra di S. Giustino rendendolo uno spazio sociale, laboratori, arte, spettacoli e anche un gruppo di acquisto solidale; Fabrizio Dionigi di Ariel cooperativa sociale che con il progetto Raccolti di Comunità sta mettendo a sistema metodi per rendere competitiva la filiera di agricoltura sociale; Matteo Baraldo di Associazione Ipo che ci ha parlato del progetto Pasta Madre tramite il quale è stato possibile costruire in Etiopia un forno di comunità nel quale oggi lavorano 20 madri di strada e giovani a rischio di esclusione e dai cui proventi si riesce a dare ospitalità a circa 92 bambini di strada; Luciano Giannelli di Centro Internazionale per la Pace tra i Popoli di Assisi che porta avanti in Burkina Faso progetti di sviluppo, in particolare grazie SACSA sono riusciti a portare modelli di sviluppo che hanno coinvolto 20 villaggi e fatto nascere 2 cooperative; Livia Trigona di Omnes Oltre Confini la quale ha raccontato come fare cooperazione sia soprattutto diffondere una cultura della pace.
Il pomeriggio di confronto è servito inoltre a stimolare il dialogo sul tema della cooperazione territoriale allo scopo di creare una rete regionale di cooperazione. Un'esigenza emersa già durante il progetto di Educazione alla Cittadinanza Globale Festival del Mondo in Comune - UmbriaMico nel 2018 (progetto frutto della convergenza di 23 diversi soggetti coordinanti da Tamat e sostenuto da Agenzia Italiana per la Cooperazione allo Sviluppo) e che oggi, all'interno di Nuove Narrazioni per la Cooperazione, ripropone il tema di costituire una rete formalizzata unitamente al lancio degli stati generali della cooperazione in Umbria. L'incontro del 26 con le realtà del terzo settore presenti sul territorio è solo il primo all'interno di questo progetto motivo per il quale ai partecipanti è stato chiesto di scrivere delle idee, considerazioni o degli intenti da poter discutere insieme nel corso dei futuri appuntamenti ai quali verranno invitate anche le istituzioni e le amministrazioni locali. Alcuni: "Conoscerci in Umbria per aprirci al mondo"; "Fare rete è mettere a fattore comune le idee innovative del territorio"; "Convocazione degli stati generali dell'associazionismo in Umbria"; "Conoscere gli obiettivi di ognuno per scoprire quelli comuni".
A concludere una tavola rotonda che ha messo a confronto Sviluppumbria con Marina Cecilia Sereni, Parco 3A con Stefano Briganti e Cidis Onlus con Alessandro Brocatelli. A moderare il dibattito Piero Sunzini, direttore generale di Tamat Ong.
In particolare Sviluppumbria coglie la proposta lanciata di creare rete - quando si va insieme si va più lontano - portandoci l'esempio della pratica Living Lab basato su un approccio di co-creazione sistematica e di processi di innovazione e ricerca in partnership tra pubblico e privato.
Innovazione territoriale e internazionale in un ottica di scambio: Parco 3 A ci ricorda le potenzialità umbre nel settore agroalimentare; potenzialità, capacità tecniche, il modello di gestione delle politiche della qualità sia da parte di chi produce che di chi trasforma sono requisiti che si possono e si devono disseminare.
Brocatelli invece torna sul tema migrazione e sulle difficoltà che si incontrano nei servizi di accoglienza e di orientamento al lavoro. Senza un lavoro è impossibile per l’immigrato ottenere il rinnovo del suo Permesso di Soggiorno e, qualora decidesse di restare sul territorio illegalmente, si vedrebbe comunque preclusa ogni possibilità di regolare la sua posizione lavorativa anche se riuscisse a trovare un nuovo impiego. A questa situazione si aggiunge la nuova legge sull’immigrazione che peggiora questa situazione, introducendo nuovi limiti e nuovi vincoli. Per far fronte a questi, Cidis Onlus gestisce numerosi Sportelli al servizio degli immigrati in Umbria, Lazio, Campania e Calabria. Presso gli sportelli l’Associazione offre consulenza personalizzata in cui il lavoro di orientamento è sempre compiuto nell’ottica di incoraggiare nel singolo un atteggiamento attivo e di autonomia. Cidis Onlus inoltre ha portato come buona pratica all'interno del programma l'evento svoltosi a Foligno all'Interno di UmbriaMiCo e il progetto Umbria Integra, portale online di informazione e orientamento.
Tamat ci tiene a ringraziare inoltre tutti coloro che hanno partecipato, soprattutto Acli Perugia e l'Arcidiocesi di Perugia e Città delle Pieve, la Regione Umbria con Marco Scanu, Marco Grossi di Cidis Onlus e coordinatore del progetto Umbri Integra, Agostino Cefalo coordinatore di Altrocioccolato (rete Umbria equo-solidale), Gianni Berna di Maridiana Alpaca, Luigi Branchetti e Daniele Bacchettini presidente del Comitato di azione partecipata CAP 06124.