logo fuori di zuccadi Domenico Lizzi, Tamat NGO - Trascorsi 15 giorni dalle nuove misure per il contenimento e il contrasto del diffondersi del virus Covid-19 sull'intero territorio nazionale, i principali ambiti di attenzione e discussione da parte di opinione pubblica e Istituzioni restano quello sanitario e quello economico. Risulta non pervenuto l’ambito sociale, quasi fosse un argomento di secondaria importanza o da potersi permettere solo in “tempi tranquilli”.

In questi 15 giorni però ci sono storie come quelle che andremo a raccontare che, partendo proprio dal sociale, forse riescono ad avere un impatto positivo da non sottovalutare. E’ la storia dei Gruppi d’Acquisto Solidale (G.A.S.), ovvero gruppi di persone composti da famiglie, studenti, anziani che fanno la spesa insieme direttamente dai piccoli produttori locali con l’obiettivo di acquistare prodotti sani e garantire un compenso equo ai piccoli produttori.

I G.A.S. esistono in Italia dalla metà degli anni ‘90 e occupano ormai un ruolo importante di supporto alle piccole aziende svolgendo un servizio di comunità a cui sempre più persone scelgono di aderire.

In questo scenario di isolamento definito dalle misure anti COVID-19, i G.A.S. come devono comportarsi? Devono sospendere le attività di acquisto e consegna di gruppo? Possono proseguire garatendo come succede nei supermecati le indicazioni del Decreto? Dove andrebbero a fare la spesa i soci del G.A.S.? Andare al supermercato è più sicuro che continuare a fare il G.A.S.? Rischiamo una multa? Che ne sarà dei piccoli produttori se anche noi decidiamo di abbandonarli in un momento come questo?

Nei primissimi giorni successivi al Decreto, i G.A.S. di tutta Italia si sono interrogati su domande di questo genere, scambiandosi opinioni e condividendo misure alternative.

Tra questi, Fuori di Zucca (un G.A.S. di Perugia nato da un’idea della ONG Tamat) ha scelto di continuare in questi giorni la propria attività di Gruppo d’Acquisto Solidale, organizzandosi in maniera differente per le consegne, rispettando le norme comportamentali relative al coronavirus COVID-19.

“Dopo averne parlato a lungo con i soci, - dice una nota dell’associazione - siamo arrivati alla conclusione che riorganizzandoci saremmo riusciti a proseguire la nostra attività di gruppo d’acquisto. Abbiamo deciso, così, di:

  • munirci di guanti e mascherine

  • andare nel luogo della consegna un’ora prima e disinfettare tutte le superfici

  • ripartire la spesa dei soci in anticipo in modo da consegnarla velocemente (evitando eventuali tempi di attesa)

  • scaglionare i soci in orari di consegna diversi in modo da non creare alcun assembramento.

Ovviamente per garantire tutto ciò ci vuole un impegno maggiore ma, come sempre in questi momenti difficili, si ha una grande risposta da parte dei soci che hanno dato la disponibilità a collaborare attivamente e dare una mano per avere un’efficiente organizzazione.

Anche se eravamo sicuri di aver preso la decisione giusta, in quanto fermamente convinti che il supermercato rappresenti uno dei luoghi più rischiosi dove fare la spesa, all’inizio pensavamo che in pochi avrebbero avuto il coraggio di proseguire…e invece la risposta è stata straordinaria. Quasi tutti i soci continuano ad ordinare e lo fanno perché vogliono continuare a mangiare prodotti sani, riconoscono gli sforzi per garantire le misure di sicurezza, ma soprattutto sentono, come tutta l’associazione, il dovere di continuare, soprattutto in un momento delicato come questo, a supportare i piccoli produttori locali”.

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