di Florentin Tougouma* - Per un periodo preservato dalla pandemia del Coronavirus, il continente africano è ora anch’esso interessato dalla diffusione di COVID-19.
Il 1 aprile 2020, l'Ufficio dell'OMS per l'Africa ha registrato 4.613 casi di COVID - 19 e 131 morti. Dei 54 stati che compongono l'Africa, 46 sono ora colpiti dal virus.
La comparsa dei primi casi di COVID-19 il 9 marzo 2020 in Burkina Faso ha sconvolto radicalmente la società burkinabé. Al il 31 marzo 2020 erano stati già confermati 282 casi, di cui 13 a Ouagadougou, con 46 guariti e 16 deceduti. Oltre a Ouagadougou, va notato che altre 4 città sono state colpite dal virus.
Alla luce della ferocia dell'epidemia e dei danni che sta provocando in tutto il mondo, le autorità burkinabé hanno adottato misure drastiche per frenare la catena dei contagi e le innumerevoli conseguenze che la popolazione dovrà affrontare: conseguenze sociali, politiche e soprattutto economiche.
Dal 16 marzo 2020 sono state prese una serie di misure di contenimento: le scuole materne, elementari, secondarie di primo e secondo grado, professionali e universitarie sono chiuse fino al 14 aprile, con possibilità di proroga. Bar, maquis, ristoranti e mercati sono chiusi. Sono vietati eventi che superino le 50 persone; i confini aerei, terrestri e marittimi sono chiusi; il trasporto interurbano è fermo; le città di Ouagadougou, Bobo-Dioulausso e altre città sono messe in quarantena e ovunque su tutto il paese vige il coprifuoco dalle 19 alle 5 del mattino.
Le autorità sanitarie raccomandano di lavarsi le mani regolarmente, di osservare una distanza di almeno un metro tra le persone, l'uso di gel disinfettante, di tossire nella piega del gomito, di indossare una mascherina, di soffiarsi il naso in un fazzoletto ed evitare di sputare per terra, oltre a chiamare eventualmente i numeri verdi non appena compaiono i sintomi ed evitare il contatto con altre persone. Le campagne di sensibilizzazione vengono trasmesse sui giornali, in tv e alla radio.
Il giorno dopo l'annuncio di queste misure, gel disinfettanti e mascherine sono scomparsi dagli scaffali dei negozi e quelli disponibili avevano prezzi raddoppiati nonostante l'avvertimento delle autorità.
Inoltre si teme l'aumento dei prezzi dei beni di prima necessità anche se il governo rassicura sulla disponibilità dei prodotti e in particolare sulla gestione dei prezzi stessi.
Se la curva della catena di contagi non decresce, le autorità potrebbero decidere di passare allo step successivo: l’isolamento.
Tuttavia, questa misura potrebbe incontrare numerosi ostacoli: non è infatti facile lavarsi le mani regolarmente in un paese in cui l'accesso all'acqua è difficile, il distanziamento sociale potrebbe essere un ostacolo nella misura in cui nelle città le persone vivono in spazi comuni, condividono le stesse docce, gli stessi servizi igienici. La maggior parte delle persone si guadagna da vivere giorno per giorno.
Per contenere il contagio ed evitare una tragedia umanitaria, le autorità burkinabé stanno comunque assicurando il rigoroso rispetto delle misure. Ma sempre più voci si stanno alzando contro queste misure che non sono prive di conseguenze per la vita quotidiana della popolazione. I commercianti chiedono degli indennizzi. Di 20 milioni di persone in Burkina Faso, solo 170.247 dipendenti pubblici sono stati registrati nel 2019.
In Burkina Faso il 70% della popolazione attiva lavora nel settore informale, più della metà della forza lavoro. È giorno per giorno che queste persone guadagnano il loro pane quotidiano. E fare scorta di cibo in un frigorifero resta una sfida. Da questo punto di vista, "restare a casa" in Burkina Faso senza misure di accompagnamento potrebbe trasformarsi in un incubo: le persone moriranno di fame piuttosto che di Coronavirus. Si temono rivolte, con disordini e saccheggi ai negozi.
Finora non esiste una cura, ma un po' di speranza è stata data con il decreto pubblicato nella Gazzetta ufficiale il 26 marzo, firmato dal Governo francese, che autorizza la prescrizione di idrossiclorochina ai pazienti affetti da COVID-19. In Burkina Faso, il 30 marzo, il ricercatore in fitoterapia e medicina naturale, il pastore Wendlarima Hermann SAWADOGO, ha presentato due prodotti di prevenzione e cura contro il COVID-19. I prodotti sono stati consegnati al comitato scientifico per un test clinico. Ci aspettiamo che i risultati saranno positivi nei prossimi giorni.
*Florentin Tougouma è un collaboratore di Tamat NGO in Burkina Faso ed esperto di comunicazione. Da oggi iniziamo a pubblicare i suoi articoli di corrispondenza per restare informati sull'emergenza COVID-19 in Burkina Faso