Florentin Tougouma* - Dopo l’arrivo del coronavirus in Burkina Faso, le autorità hanno adottato delle misure drastiche per contenere i contagi andando ad influire sulla vita quotidiana della popolazione. Certe attività sono state in parte sospese. Questo è il caso del progetto “Allevamento contrattuale e agricoltura familiare: sostegno alla resilienza delle popolazioni più vulnerabili della zona rurale di Loumbila”, co-finanziato dalla Presidenza del Consiglio dei Ministri dello Stato italiano con il fondo dell’otto per mille dell’IRPEF devoluto dai cittadini alla diretta gestione statale per l’anno 2016, che vede Tamat NGO capofila. di
Ci siamo interessati a questo progetto situato a Loumbila, a pochi passi dalla capitale di Ouagadougou, che subisce in pieno le conseguenze della quarantena.
Per quanto riguarda l’andamento delle attività di allevamento e agricoltura in questa località: ecco la risposta della coordinatrice locale del progetto con cui abbiamo scambiato qualche parola.
Si presenti ai nostri lettori
Sono Fatimata Ouattra, ingegnere agronomo, coordinatrice locale del progetto co-finanziato dalla Presidenza del Consiglio dei Ministri dello Stato italiano con il fondo dell’otto per mille dell’IRPEF devoluto dai cittadini alla diretta gestione statale per l’anno 2016.
Ci presenti questo progetto
Il progetto “Allevamento contrattuale e agricoltura familiare: sostegno alla resilienza delle popolazioni più vulnerabili della zona rurale di Loumbila" si pome come obiettivo la lotta per la sicurezza alimentare attraverso il sostegno all’allevamento contrattuale e agricoltura familiare di sussistenza, contribuire in modo più ampio alla sicurezza alimentare della popolazione burkinabé. Tutto ciò creando un integrazione tra allevatori e agricoltori attraverso il miglioramento della qualità dei prodotti avicoli e dell’agro-ecologia, la riduzione dei costi di produzione, la promozione della filiera corta (miglioramento qualitativo e quantitativo della produzione di carne e uova) e l’individuazione di prezzi equi e vantaggiosi per i produttori e i consumatori (mettendoli in contatto diretto attraverso accordi commerciali).
Per quanto riguarda il settore avicolo, si sta cercando un miglioramento genetico del pollame, attraverso l’incrocio della gallina Harco con i nostri galli burkinabé per avere dei “poulets bicyclette” come prodotto finito.
Per quanto riguarda il settore agricolo promuoviamo l’agro-ecologia attraverso l’introduzione della tecnica della butte sandwich (aiuola a cumulo con stratificazioni di differenti tipologie di sostanza organica sulla quale seminare), per migliorare le rese delle produzioni orticole.
Quali sono le attività che lei svolge sul campo?
Le attività che svolgiamo sul campo sono principalmente l’orticoltura e l’avicoltura.
Dalla comparsa dei primi casi di covid- 19 e di fronte al numero crescente di casi individuati, le autorità hanno adottato misure per limitare i contagi, tra cui la messa in quarantena di alcune città come Ouagadougou, questo non influisce sulle vostre attività sul campo?
L’attuale situazione sanitaria ha un impatto negativo sulle nostre attività, nel senso che le misure adottate ci impediscono di fare delle uscite sul campo e visto l’avanzare della situazione non potremo rispettare i termini di esecuzione delle attività future.
Cosa ne pensano i produttori?
Fortunatamente fino ad oggi nessun caso di COVID-19 è stato registrato a Loumbila e questo li rassicura; i produttori hanno fede. Sperano che Dio li aiuterà a combattere la pandemia in modo che il progetto possa continuare normalmente.
Inoltre, i produttori ritengono che se la situazione non cambia positivamente, non sarà il coronavirus a ucciderli, ma la fame.
Avete adattato il vostro programma di attività alle nuove misure?
Il nostro programma di attività ha subito lievi modifiche: lavoriamo a distanza e sono in contatto permanente con Moussa Ouedraogo, Responsabile del Centro Avicolo e Agro- ecologico creato attraverso il progetto, che è sul posto e con i presidenti dei due groupement, rappresentanti dei 260 beneficiari di progetto, per ottenere informazioni e fornire linee guida.
Quali effetti ha la pandemia sulle vostre attività?
Le attività sono rallentate; non siamo più in grado di fare uscite sul campo ed è impossibile fornire il sito di Ouagadougou, città messa in quarantena.
Se la situazione non migliora, avete suggerimenti?
Nel caso in cui la situazione non migliori, continueremo a mandare avanti le attività, coordinandoci con il responsabile del Centro sopracitato, che risiede proprio a Loumbila e supervisiona i lavori in attesa che la situazione si sblocchi. Inoltre, potremmo monitorare le attività a distanza attraverso il telefono.
Un commento finale
Spero che i ricercatori trovino presto un vaccino contro il coronavirus affinché possiamo riprendere normalmente le nostre attività. Che Dio ci protegga!
Al momento della conclusione dell’intervista, la coordinatrice locale del progetto si è attivata per gestire a distanza una crisi sanitaria nata proprio all’interno del Centro Avicolo: una bronchite infettiva che colpisce le galline. Se non c’è un veterinario in loco disponibile, se a Loumbila non c’è una cura e bisogna comprarla a Ouagadougou, come arrivarci?
Queste sono le domande a cui la responsabile locale del progetto deve rispondere il più velocemente possibile per non perdere tutti gli animali.
*Florentin Tougouma è un collaboratore di Tamat NGO in Burkina Faso ed esperto di comunicazione