di Florentin Tougouma* - Dopo la comparsa del coronavirus in Burkina Faso le attività sono andate a rilento a causa delle misure adottate dalle autorità per arrestare i contagi. Queste misure hanno delle conseguenze sulle attività sul campo dei vari progetti di Tamat. Abbiamo preso in considerazione il caso della produzione agroecologica all'interno del progetto RASAD AID 10912. Ci siamo recati nei siti orticoli di progetto per constatare di persona le attività dei produttori in questo periodo particolare. 

FOTO 2 Zi YACOUBAYacouba ZI, esperto agronomo, in servizio presso TAMAT ONG Abbiamo intervistato dei soggetti coinvolti nel progetto, di seguito i loro commenti.

Si presenti ai nostri lettori

Y. Z.: Sono Yacouba ZI, esperto agronomo, in servizio presso TAMAT ONG all’interno del progetto “Reti d’Acquisto per la sicurezza alimentare con il supporto della diaspora Burkinabé d’Italia” - RASAD 10912.

Ci presenti il progetto RASAD

RASAD è un progetto triennale co-finanziato dall’Agenzia Italia per Cooperazione allo Sviluppo e gestito dall’ONG TAMAT, in collaborazione con l’Ente Nazionale per le Nuove Tecnologie, l’energia e lo Sviluppo Sostenibile (ENEA), Psicologi per i Popoli nel Mondo, Bambini nel Deserto Onlus, l’associazione Ital Watinoma e Watinoma Burkina Faso, e i partner locali Micro-Start ADF e ICCV/Nazemse. Il suo obiettivo è sostenere le popolazioni rurali più vulnerabili attraverso le attività generatrici di reddito con la concessione di micro-credito e la promozione dell’agro-ecologia. In merito a quest’ultimo aspetto, sono stati realizzati nel 5 siti orticoli di 1ha ciascuno, dotati di un pozzo con pannelli fotovoltaici e recinzioni, in ben 5 villaggi nei dintorni della capitale Ouagadougou.

Quali sono le attività che conduce sul campo?

La nostra missione sul campo consiste nel coordinamento delle attività agricole il progetto, nel supporto tecnico ai beneficiari del progetto nei 5 siti, nella formazione sulla tecnica agro- ecologiche della butte sandwich, sulla gestione delle malattie e dei parassiti delle colture orticole produzione biologica. Pur garantendo il rispetto dei protocolli tecnici delle varie ricerche, coordiniamo le attività di studio sperimentale del progetto RASAD con l’INERA in Burkina Faso ed ENEA in Italia.

Dopo i primi casi di covid-19 e di fronte al numero crescente di casi rilevati, le autorità hanno adottato misure per arrestare i contagi, tra cui la messa in quarantena di alcune città come Ouagadougou, questo ha influito sulle vostre attività sul campo?

Y. Z.: Certo, in generale, tutte le attività sono paralizzate. La maggior parte delle grandi città, tra cui Ouagadougou, sono in quarantena da più di 2 settimane ed è quindi difficile accedervi, come nel sito di Loumbila, a 20 km dalla capitale. La conseguenza immediata è che non possiamo più seguire le attività in corso su questo sito. Inoltre, vi è il controllo delle parcelle sperimentali che sono bloccate, senza contare le difficoltà di applicare i trattamenti fitosanitari e le concimazioni. E così, da quando le città in questione sono state messe in quarantena, i produttori sono stati lasciati a loro stessi.

Cosa ne pensano i produttori?

Y. Z. I produttori sono consapevoli dell’impatto delle misure drastiche adottate per contenere il COVID-19. Prima della messa in quarantena delle città colpite dal virus, abbiamo iniziato delle sessioni di sensibilizzazione sulle pratiche sanitarie da osservare nei siti e anche a livello familiare. Un lavamani deve essere visibile davanti all’ingresso di ciascun sito, così come lo abbiamo messo all’ingresso dell’ufficio TAMAT. I produttori sono stati sensibilizzati al rispetto delle distanze sociali, a non salutarsi stringendosi la mano, a non baciarsi, al lavaggio regolare delle mani con sapone o con un gel o una soluzione idroalcolica, a tossire in un fazzoletto, o nella piega del gomito, A non sputare per terra, a indossare una maschera.

Avete adattato il vostro programma di attività alle nuove misure?

Y. Z.: Certamente, dal 15 marzo 2020 siamo sul campo 3 volte a settimana invece di 5. È stato elaborato un programma per un lavoro alternato; ora il lavoro si svolge sia sul campo che a casa o siamo in contatto permanente non solo con la rappresentante paese in Burkina Faso di TAMAT e capo progetto di RASAD AID 10912, Denisa R. Savulescu, ma anche con il resto del personale.

L’impatto della pandemia sulle attività

Y. Z.: Questa pandemia ha un impatto negativo sulle nostre attività, in primo luogo con lo sconvolgimento del calendario di lavoro e la quarantena delle città, impedendoci così di andare a nel sito orticoli di Loumbila e nel centro Polifunzionale di Koubri.

Avete dei suggerimenti da fare, nel caso, la situazione non migliorasse?

Il suggerimento principale è quello di continuare ad andare sui siti come stiamo già facendo (3 volte invece di 5 a settimana). Questo manterrà il contatto tra TAMAT e i beneficiari del progetto. Per limitare i contagi tra il personale, possiamo privilegiare il lavoro da casa tramite videoconferenza, e se necessario, qualsiasi cosa che possa contribuire a ridurre in modo significativo il contagio, pur mantenendo un buon ritmo di lavoro.

Un suo ultimo commento

Y. Z. Non posso concludere senza porgere le mie condoglianze a tutte le famiglie delle vittime del COVID-19 del mondo, soprattutto dell’Italia, uno dei paesi maggiormente colpito. Per quanto riguarda i produttori, nonostante il contesto sia difficile, giocano la carta della speranza. È il momento della sarchiatura, del trapianto di alcune colture. Il caldo è arrivato senza preavviso e abbiamo temperature che si avvicinano ai 46 gradi all’ombra. L’insalata e pomodori non reggono più e mostrano segni di bruciatura. Abbiamo creato delle coperture improvvisate per il prezzemolo che non resiste al caldo. I produttori chiedono misure di accompagnamento; il signor KABORE (presidente di uno dei groupement dei beneficiari) e la signora SLAMANTA (una produttrice beneficiaria del progetto) hanno voluto dire la loro al riguardo.

 

FOTO 4 il presidente del groupemnt KABORE progetto RASAD AID 10912Il presidente del groupemnt KABORE, progetto RASAD AID 10912Salve signor KABORE, lei è il presidente del gruppo dei produttori del villaggio di Lougsi, siamo nella stagione secca in cui le produzioni hanno bisogno di più acqua, come si organizza le attività, in modo da rispettare le misure sanitarie richieste dalle autorità?

Signor KABORE: Salve, la ringrazio molto per essere venuto a farci visita, nonostante questo periodo difficile; infatti, rispetto al numero di produttori che vengono ad annaffiare le loro piante, per evitare i raggruppamenti, abbiamo elaborato un programma di irrigazione con gruppi da cinque a sette persone che devono innaffiare ad un certo tempo e poi lasciare il posto ad altri gruppi di produttori; evitiamo così gli assembramenti. Inoltre, c’è un lavaggio sistematico delle mani da rispettare prima di entrare nel sito di progetto.

Con la chiusura dei mercati e la quarantena di Ouagadougou, come si organizza la vendita dei vostri prodotti?

Signor KABORE: Abbiamo gravi difficoltà a vendere i nostri prodotti. Ci sono dei pomodori che saranno pronti per il raccolto e saremo costretti a lasciarli marcire in balia degli uccelli. Chiediamo alle autorità di alleggerire le misure in modo da poter vendere i nostri prodotti freschi.

FOTO 5 una beneficiaria dxel progetto RASAD AID 10912 la signora SamantaUna beneficiaria del progetto RASAD AID 10912, la signora SamantaAbbiamo passato il microfono anche alla signora SALaMANTA (una produttrice). Lei afferma: “Se le autorità prendono misure di contenimento, moriremo; eravamo già vulnerabili e il COVID-19 ci ha messo in ginocchio. È giorno per giorno che guadagniamo il nostro pane; ci ucciderà la fame se ci mettono in isolamento.”

Dei cinque siti, abbiamo potuto visitarne soltanto tre poiché gli altri due siti a Loumbila e a Koubri sono inaccessibili a causa del provvedimento di quarantena. A Ouagadougou e in altre città, la situazione è la stessa: difficoltà di smaltimento dei prodotti e mancanza di assistenza tecnica sul campo.

Dato che Ouagadougou è il crocevia, un centro nevralgico da cui arrivano e partono i prodotti, l’isolamento sarà catastrofico per le popolazioni a tutti i livelli: sociale, economico, sanitario, etc.

Il governo ha adottato misure, per voce del Capo di Stato Rock Marc Christian KABORE, per aiutare le popolazioni; le misure sono state in parte apprezzate dalle popolazioni che attendono la loro messa in campo.

 

*Florentin Tougouma è un collaboratore di Tamat NGO in Burkina Faso ed esperto di comunicazione

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