Incontri con gli studenti italiani del l'Istituto Comprensivo "Benedetto Bonfigli" di Corciano all'interno del progetto RASAD "Reti d’Acquisto per la Sicurezza Alimentare con il supporto della Diaspora burkinabé d'Italia (AID 10912)"
Il 18 e il 19 maggio 2020 si sono tenuti in modalità video-conferenza tramite la piattaforma Google Meet due incontri con l'Istituto Comprensivo "Benedetto Bonfigli" di Corciano (PG), nello specifico uno con la classe IIIA (23 alunni) e uno con la classe IIID (26 alunni), all'interno del progetto RASAD "Reti d’Acquisto per la Sicurezza Alimentare con il supporto della Diaspora burkinabé d'Italia (AID 10912)", progetto coordinato da Tamat NGO e co-finanziato dall'Agenzia Italiana per la Cooperazione allo Sviluppo.
Le classi avevano già partecipato lo scorso anno alle attività di twinning (incontri multimediali a distanza tra studenti delle scuole del Burkina Faso e quelle italiane) sempre all'interno dello stesso progetto. Lo scopo? Quello di creare rete tra giovani studenti italiani e burkinabé tramite lo scambio di foto e video attraverso i quali gli alunni delle due realtà hanno potuto interagire, raccontando alla controparte la propria quotidianità in relazione ad alcune tematiche: la migrazione, il diritto al cibo e la sicurezza alimentare.
Anche quest'anno l'Istituto Comprensivo "Benedetto Bonfigli" aveva iniziato a lavorare in modalità twinning con le scuole del Burkina Faso in lingua italiano e francese con il prezioso supporto della professoressa di francese Stefania Perini. Tuttavia a causa della situazione emergenziale dovuta al Covid 19 e alla conseguente chiusura delle scuole sia in Burkina Faso che in Italia, Tamat, insegnanti e classi si sono trovati a dover rimodulare le attività. In Italia, dove è stato possibile continuare la didattica a distanza (DAD), sono stati dunque incontrati gli studenti in modalità agile e si è discusso con loro delle conseguenze del coronavirus. In Burkina Faso, dove la didattica classica è tuttora bloccata e quella agile è pressoché impossibile da porre in essere non avendo tutti a disposizione una rete internet e pc o tablet, si è invece deciso di spostare i fondi che da progetto erano dedicati ai twinning all'acquisto di generi alimentari di prima necessità (soprattutto cereali e ortaggi di produzione locale) da destinare a un campo-profughi vicino alla capitale.
I due incontri sono stati tenuti da Nadia Zangarelli, membro dell'equipe di Tamat ed esperta in cooperazione internazionale per le scuole, che ha mostrato agli studenti italiani le misure messe in campo nei Paesi saheliani per arginare la propagazione del coronavirus. Nello specifico Zangarelli, dopo aver ripreso brevemente le azioni e gli obiettivi del progetto RASAD, ha spiegato alle classi quali sono state le conseguenze e le misure messe in campo da governo e associazioni locali dal 16 marzo 2020 in poi per arginare la propagazione del Covid19 e condiviso foto e video ricevuti dall'equipe Tamat in Burkina Faso discutendo con gli studenti sulle somiglianze e le differenze tra le misure messe in atto in Italia e nel Paese saheliano.
Immagini che ritraggono i nuovi meccanismi anti-contagio posti in essere per esempio nei mercati, nei supermercati, negli uffici, nei villaggi. Le regole: indossare sempre la mascherina quando non si riesce a mantenere la distanza fisica, utilizzare il gel idroalcolico per igienizzare le mani, igienizzare scarpe e sandali all'ingresso di luoghi chiusi, non creare assembramenti, lavare spesso le mani. Va da sé che in un Paese in cui l'accesso all'acqua è ancora uno dei principali problemi insieme all'insicurezza alimentare, soprattutto in alcuni momenti dell'anno, lavare spesso le mani può rappresentare un problema. Anche nei mercati è difficile mantenere la distanza fisica di sicurezza, quasi tutti però indossano la mascherina.
Il capo-progetto di RASAD e rappresentantedi Tamat in Burkina Faso e Mali Denisa Raluca Savulescu, rimasta in Burkina Faso durante la pandemia, ha inviato agli studenti un video nel quale spiega quali sono stati gli effetti del coronavirus sulle vite dei burkinabé: le chiusure di scuole, negozi, bar; il numero dei contagiati e dei decessi. Allo stesso tempo ha raccontato ai ragazzi le criticità che il Burkina Faso sta vivendo oltre all'emergenza Covid19 rispetto alle crisi lungo i confini con il Mali e il Niger dove i terroristi stanno costringendo le persone a scappare. Intorno alla capitale (Ouagadougou) infatti si sono formati tre campi profughi ai quali Tamat ha deciso di destinare aiuti alimentari, soprattutto cereali e ortaggi di produzione locale.
Anche Florentin Tougouma, collaboratore di Tamat NGO in Burkina Faso ed esperto di comunicazione, ha inviato un messaggio agli studenti italiani in lingua francese. Anche lui ha voluto spiegare gli effetti che il Covid19 ha avuto sul suo Paese.
Gli studenti italiani hanno seguito i due incontri attivamente e con curiosità ponendo domande puntuali. Hanno capito le differenze sostanziali che esistono tra l'Italia e il Burkina Faso: gli studenti si sono resi conto che in Italia, anche se con qualche difficoltà iniziale, hanno potuto continuare a vivere l'ambiente scolastico (anche se in modalità digitale). In Burkina Faso non solo i ragazzi non hanno potuto frequentare la scuola in alcuna modalità, ma in un Paese in cui l'accesso all'acqua, l'insicurezza alimentare e l'insicurezza ai confini rappresentano problemi quotidiani, il coronavirus ha peggiorato una condizione già difficile.
GLI EFFETTI DEL CORONAVIRUS IN BURKINA FASO SPIEGATI AGLI STUDENTI ITALIANI
UN VIDEOMESSAGGIO DAL BURKINA FASO AGLI STUDENTI ITALIANI (I PARTE)
UN VIDEOMESSAGGIO DAL BURKINA FASO AGLI STUDENTI ITALIANI (II PARTE)