La scorsa settimana, nelle giornate dal 16 al 21 novembre, il Direttore Generaledi Tamat NGO Piero Sunzini, accompagnatodalla responsabile del progetto Denisa Savulescu, ha tenuto in Mali una serie di incontri per avviare con i partner locali il progetto “Bara Ni Yiriwa – Lavoro e Sviluppo in Mali”.
“Bara Ni Yiriwa – Lavoro e Sviluppo in Mali” è un progetto coordinato da Tamat NGO, finanziato dal Ministero dell’Interno italiano (Dipartimento per le Libertà Civili e l’Immigrazione), in collaborazione con Fondazione ISMU, il Centro di Ateneo per la solidarietà internazionale (CESI ) dell’Università Cattolica del Sacro Cuore (UCSC), Haut Conseil des Maliens des Maliens à l’Extérieur – Italie (H.C.M.E Italie), Le Tonus ONG (Mali) e Caritas Mali.
La delegazione, grazie agli ottimi rapporti con ISMU e Università Cattolica, ha avuto la possibilità di incontrare S.E. cardinale Jean Zerbo, Arcivescovo di Bamako presso la sede dell'arcivescovado, con il quale è stato consolidato un proficuo percorso di collaborazione, e i responsabili locali di CARITAS MALI e della ONG Le Tonus con i quali sono stati definiti aspetti operativi finalizzati alla gestione locale del progetto. Tamat NGO ha inoltre incontrato il Segretariato Esecutivo dell'HCME (Haut Conseil des Maliens de l'Extérieur), anche quest’ultimo partner di progetto. Il segretario Mahmoud Idrissa Boune ha sottolineato che HCME è membro della rete AWARTMALI e che, proprio con CARITAS MALI, ONG Le Tonus e altre componenti, parteciperà al progetto BAARA NI YIRIWA, condividendo l’importanza di informare e sensibilizzare sui temi della migrazione, dei reinserimenti, dei progetti nel settore agricolo, dell'artigianato e della formazione.
Infatti, “Bara Ni Yiriwa – Lavoro e Sviluppo in Mali”, è un progetto della durata di 36 mesi che che si svolgerà nella Regione di Koulikoro, Cercle de Kati, in 4 villaggi dei comuni di Yélékebougou e Kambila e che prosegue la good practice del progetto europeo AWARTMALI (www.awartmali.org) coordinato da Tamat e finanziato dal Fondo Asilo Migrazione e Integrazione dell’Unione Europea (AMIF ), che ha fornito metodologie di successo. In questa nuova fase, proprio grazie alla lungimiranza del progetto AWARTMALI che, come dimostrano gli incontri, è stato in grado di attivare un importante network locale, il progetto non solo continuerà a sensibilizzare ed informare a livello locale sui rischi della migrazione, ma risponderà concretamente ai bisogni di creazione d’opportunità, chiaramente espressi dalle popolazioni locali nel corso della campagna di sensibilizzazione, attraverso formazione e lavoro in campo agricolo e nel settore dell’artigianato.