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Lo sapevate che l’80% dei poveri del mondo è costituito da agricoltori?

Viene subito da chiedersi come mai chi produce cibo non sia in grado di soddisfare i bisogni alimentari e nutrizionali propri e del proprio nucleo familiare. Se nel 1980 i poveri, in termini assoluti, nel mondo erano 90 milioni oggi tale cifra è salita a 400 milioni. Attualmente una persona che vive nel nord del mondo ha a disposizione 3700 kcal giornaliere, mentre la maggior parte degli abitanti del sud del mondo non arrivano a 1500 kcal giornaliere. Per questi “brillanti” risultati si devono ringraziare le politiche economiche neoliberali globali messe in atto subito dopo la fine degli anni ’70 dai paesi occidentali.

Venerdì 25 settembre si è svolto presso a Foligno, presso la sede di Felcos Umbria, il secondo workshop in-formativo relativo al Percorso Umbro Contro lo Spreco Alimentare. Entrambi gli workshop, il primo svoltosi il 18 settembre, sono parte del progetto di Educazione allo Sviluppo e Sensibilizzazione finanziato dall’UE, e coinvolge scuole ed enti locali in sette paesi europei.

La mattinata ha visto la partecipazione di Alex Coriazzoli, maestro, giornalista e scrittore, che ha giustamente fatto presente l’importanza dell’educazione e della sensibilizzazione, al tema della sicurezza alimentare e dello spreco del cibo, ai ragazzi delle scuole primarie e secondarie. Infondo, come detto dal dott. Coriazzoli, gli adulti di domani dovranno confrontarsi da un lato con una forte scarsità di risorse e dall’altro con una popolazione mondiale in continua crescita.

Il dott. Luca Falasconi, collaboratore dell’Università di Bologna e co-fondatore di Last Minute Market, ha evidenziato l’importanza del PINPAS, il Piano Nazionale di Prevenzione dello spreco alimentare del Ministero dell’Ambiente; perché se è vero che la sensibilizzazione e l’educazione debbano partire dal basso, allo stesso tempo è necessaria un’azione che parta dai vertici del potere statale.

Nella seconda parte della mattinata si è parlato del ruolo dello spreco agroalimentare nella costruzione politica della fame con il dott. Francesco Mele, responsabile per il programma di lotta agli sprechi “Scambiare” di Slow Food Italia. Il dott. Mele inoltre, ha spiegato perché sia preferibile parlare di spreco agro-alimentare in termini di spreco di energia, terra, acqua, calorie, ambiente, biodiversità ambientale, e purtroppo talvolta anche di vite umane. Si pensi alle grandi multinazionali che per potersi accaparrare nuove terre non si fanno scrupoli nell’eliminazione, seppur non diretta, delle popolazioni locali.

La giornata si è conclusa con un esempio concreto di recupero delle eccedenze alimentari per fini solidali: l’esperienza del progetto “Dispense Solidali” della cooperativa sociale Babele nel comune di Corciano. La cooperativa recupera il cibo in eccedenza dalle mense pubbliche distribuendo un pasto al giorno dal lunedì al venerdì alle persone/famiglie in gravi difficoltà economiche. Inoltre un giorno alla settimana distribuiscono a questi soggetti anche un paniere di generi alimentari freschi o freschissimi.

Tamat ha anni di esperienza per quanto riguarda le tematiche della sovranità alimentare e dell’agricoltura ecologica e sostenibile. I progetti RASA/BF e Social Start Ups sono due esempi di come l’organizzazione, nel suo piccolo, combatta l’insicurezza alimentare nel sud del mondo e si occupi di sensibilizzazione per un consumo critico e responsabile nel nord del mondo.

Inoltre, prima della chiusura della mattinata i partecipanti hanno ribadito il proprio interesse e la propria volontà di far parte della Rete Umbra contro lo spreco alimentare e per il diritto globale al cibo. La prossima occasione di incontro della Rete sarà durante l’iniziativa “Fa la cosa giusta!” dal 2 al 4 ottobre presso Umbriafiere a Bastia Umbra. Tamat anche in questa occasione sarà presente, insieme a “La Semente”, per presentare i progetti e le attività che svolge in Italia e nel mondo da 20 anni.

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