Due classi del Blaise Pascal, 35 tra ragazzi e ragazze, italiani, albanesi, brasiliani, nigeriani, marocchini, ecc., tra i 14 e 16 anni, tutti aspettavano la chiamata dal Burkina Faso. La comunicazione non è tanto buona, dall'immagine pixellata si intravedono Chiara Caporizzi, cooperante di Tamat e otto ragazzi beneficiari del progetto RASA, il suono è perfetto e riusciamo a fare incontrare i ragazzi anche a kilometri di distanza.
Tanti sorrisi e tante domande, in francese, lingua che parlano nel Burkina e anche quella che parlano tanti ragazzi del Blaise Pascal. A questa età si pensa che le cose vengono fatte molto senza interesse, ma a volte i ragazzi sorprendono, magari per la capacità che hanno di cambiare lingua, si presentano e chiedono cosa fanno in francese, ridono tra di loro e in italiano commentano un po' imbarazzati quanto sono simpatici... si salutano. Tutti in torno allo schermo e alla webcam per vedere dall'altra parte e farsi vedere. Interessati a tutto quello che in quel momento accadeva dall'altra parte del mondo, in tempo reale.
Le operatrici e le volontarie di Tamat hanno portato avanti un percorso di laboratori con due classi dell'IPSIA di Perugia “Cittadini del Mondo: Il nostro modo, la nostra dignità e il nostro futuro”. Un progetto nell'ambito dell'Anno Europeo per lo Sviluppo. Divisi in gruppi di lavoro, le due classi hanno ragionato su 17 obiettivi globali delle Nazioni Unite per raggiungere 3 traguardi fondamentali tra oggi e l’anno 2030. Sradicare la povertà estrema e la fame nel mondo, combattere la disuguaglianza e l’ingiustizia, promuovere la parità dei sessi e l'autonomia delle donne, garantire la sostenibilità ambientale, ecc.