A sinistra, la Presidente Tamat Patrizia Spada e la progettista Simona Formica: due delle protagoniste del seminario "Donne in cooperazione internazionale".
“Saywa è un progetto triennale, cofinanziato dal programma EuropeAid Investing in people, implementato in Perù e Bolivia, sul Lago Titicaca e terminato a febbraio ma che stiamo continuando...”: Simona Formica, progettista Tamat e Capo-progetto di Saywa, prende così la parola nel seminario “Donne in Cooperazione Internazionale” – organizzato da Urbagri4Women all'interno di UmbriaMiCo il 15 maggio, nell'Abbazia di Montemorcino – e continua dando un quadro generale dell'iniziativa progettuale.
“Tre sono gli elementi caratterizzanti Saywa: il focus sul supporto e accompagnamento nella formalizzazione di attività micro-imprenditoriali, anche femminili, nel settore del turismo comunitario, quale veicolo di sviluppo locale sostenibile e responsabile in un contesto di informalità, che incide nello sviluppo di servizi sociali di base. Il ruolo delle ICT, uno strumento che permette alle piccole imprese rurali di superare l’isolamento alle quali sono spesso confinate e di creare un rapporto diretto con il cliente per rendersi indipendenti dall’influenza degli intermediari, i quali trattengono la gran parte del loro profitto. Il legame ricerca (università) e cooperazione (Tamat), in una logica di approfondimento dei temi principali del progetto (economia informale e resilienza comunitaria) per il miglioramento qualitativo degli interventi”. Inoltre, un focus particolare Simona lo dà alle donne che hanno fatto con lei il progetto iniziando da Rocio Arizabal Mendoza. Responsabile di turismo, ma prima di tutto “una donna con la quale le altre donne si sentono libere di parlare e quindi di aprire il risvolto sociale di un progetto non solo economico. L’empowerment femminile, infatti, ha risvolti sociali e la presenza di una donna formatrice ha facilitato enormemente il dialogo”.
Rocio Arizabal Mendoza(a sinistra) con alcuni imprenditori di Saywa
Rocio, però, non è la sola donna di cui parla il capo-progetto. Patrizia, il Presidente di Tamat con cui ha scritto il progetto. Le donne delle comunità di Perù e di Bolivia. La professoressa Gladys Maquera Sosa che sin dall’inizio ha appoggiato il progetto portando l’elemento dell’ICT nello sviluppo rurale e la studentessa dell'università degli studi di Roma Tre, Ilaria Caputo (in questi giorni in Perù per svolgere una ricerca sul campo ai fini di studio). Le sue collaboratrici: Vittoria Bianchini e Ana Chaves Gonzalez, che hanno reso possibile il registro delle piccole imprese grazie alla collaborazione con Google, la definizione dei Piani di Marketing individuali per ogni impresa e la comunicazione del progetto.