Tamat ha partecipato alla II ed. dell'evento COME L'ACQUA E LA FARINA - Laboratorio di mantecanza sociale
Tavola rotonda all'interno di Come l'Acqua e la Farina
Il 13 e il 15 settembre Tamat ha partecipato alla II ed. di COME L'ACQUA E LA FARINA a Configni di Acquasparta (TR), evento organizzato da Paolo Antonio Manetti di Bottegart – Bottega artigiana della creatività e dei diritti umani e Andrea Ciribuco, ricercatore dell’università NUI Galway (Irlanda).
Sara Marcucci assessore con delega ai servizi sociali di Acquasparta con Simona Botondi responsabile migrazione di Arci TerniCOME L’ACQUA E LA FARINA è innanzitutto un laboratorio didattico che analizza tecniche di apprendimento linguistico e inserimento culturale dei migranti in un territorio. Il progetto ha uno sguardo particolare al modello di integrazione proposto dai piccoli centri urbani in cui, da secoli, vige la regola non scritta della condivisione. Per il secondo anno di fila, ciò si traduce in un momento d’incontro nella piccola frazione di Configni, in Acquasparta. Gli organizzatori, Paolo Antonio Manetti e Andrea Ciribuco, hanno scelto di partire dalla memoria culturale degli abitanti di Configni, in particolare la tipica pasta fatta a mano della zona, il picchiarello. Alcuni residenti di Configni si sono offerti di tramandare l’arte del picchiarello fatto a mano ad un gruppo di giovani che comprendeva sia ragazzi e ragazze nativi della zona che gli ospiti dei centri di accoglienza di Acquasparta e della vicina Massa Martana (PG). Il risultato sono stati tre giorni di scambio, incontro e condivisione che, partendo dal cibo e dalla terra, ha incrociato temi come il bisogno di integrazione di rifugiati e richiedenti asilo con il bisogno dei piccoli borghi del territorio di ripopolarsi e recuperare la vitalità economica, sociale e culturale di un tempo.
L’evento si inserisce nell’ambito del progetto LINCS (Language Integration and New Communities in a Multicultural Society), finanziato da Irish Research Council e Consiglio Europeo, di cui Tamat è partner e per cui Bottegart ha curato la direzione artistica degli eventi.
Roberta residente di Configni con Jacopo Gasparri delle Canapaie con in mano il canapone panno tradizionale utilizzato per la conservazione del paneIl 13 settembre, Tamat ha preso parte a una tavola rotonda e dedicata a accoglienza, inclusione, tradizione & innovazione e buone pratiche di cooperazioneche si è svolta nei vicoli di Configni. Insieme a Tamat, nella persona di Colomba Damiani, hanno partecipato alla tavola rotonda Lamine Kidiera dell'associazione Diamante Nocera Umbra e Africa Insieme, Nicolò Benedetti di Cidis Onlus di Terni, Simona Botondi, responsabile immigrazione di Arci Terni, Jacopo Gasparri della Società agricola Le Canapae. Hanno partecipato inoltre tre amministrazioni locali: il Comune di Acquasparta che ha patrocinato l'evento con Sara Marcucci, assessore con delega per servizi sociali, scuola e sanità, il Comune di San Giustino con Andrea Guerrieri, assessore per i servizi sociali, sport, politiche giovanili, eventi, sicurezza, commercio e cooperazione allo sviluppo e il Comune di Nocera Umbra con il sindaco Giovanni Bontempi.
Emozionante e pregna di significato è stata la storia che Lamine Kidiera ha voluto condividere. Lamine viene dal Senegal, e arrivato in Italia, trovandosi in accoglienza a Nocera Umbra, chiese al proprietario dell’abitazione che fungeva da centro di accoglienza di poter coltivare un orto nel giardino. Purtroppo, prima di cominciare a coltivare, le lamentele e il timore dei vicini convinsero l’amministrazione a trasferire Lamine e altri ospiti. Ma quando poi Lamine ebbe di nuovo occasione di trasferirsi nello stesso appartamento, cominciò anche a condividere i prodotti del suo orto con i vicini; così nacque l’amicizia fra il gruppo di richiedenti asilo e il quartiere che inizialmente aveva provato diffidenza per loro.
Paolo Antonio Manetti di BottegartDurante la serata è stato inoltre proiettato il cortometraggio di Lambè sull’esperienza di coltivazione di ortaggi africani da parte di richiedenti asilo e rifugiati negli orti agro-solidali di Montemorcino, a Perugia. Anche questa è una storia di incontro fra culture mediato dal cibo e dall’agricoltura. Quando lo staff di Tamat iniziò a pensare cosa si potesse coltivare come parte del progetto di formazione Urbagri4Women arrivò l'idea: chiedere ai beneficiari del progetto quale fosse l'ortaggio della loro terra che più mancava loro: l'okra. E anche qui lo scambio, un intreccio di colture e culture: i ragazzi africani hanno insegnato ai nostri agronomi come si pianta, si cura, si raccoglie l'okra e viceversa, i nostri agronomi hanno insegnato loro abilità tecniche di coltivazione che si sono aggiunte al loro bagaglio di conoscenze. Il documentario è stato presentato in abbinamento con la proiezione del film “Styx” (2018) di Wolfgang Fischer, una riflessione sui salvataggi in mare e sulla solidarietà.
L'agricoltura e/o agri-cultura (come a noi piace chiamarla) come buona pratica di inclusione a tutte le latitudini e come strumento di rilancio della nostra terra: è il caso delle Canapaie, azienda agricola di Nocera Umbra, che dal 2014 sta rilanciando un prodotto tipico dell'Umbria, la canapa. E ancora Paolo Antonio Manetti di Bottegart ha raccontato di come l'agricoltura sia stata un tassello importante anche nel progetto di rilancio del centro storico di Acquasparta, che dal 2012 rappresenta uno degli scopi centrali dell’attività e della progettualità di Bottegart. All’inizio delle loro attività, una vigna semi-abbandonata nel borgo fu rimessa a frutto, da cui poi è stato prodotto del vino.
Nicolò Benedetti di Cidis Onlus di Terni con una residente di ConfigniAnche l'assessore Andrea Guerrieri del Comune di San Giustino ci ha tenuto a sottolineare, tramite una nota (data la sua impossibilità ad essere presente), come l'agricoltura nel nostro territorio rappresenta un elemento di crescita e integrazione augurandosi collaborazioni future partendo dalle disponibilità di aree agricole di pregio incolte e non utilizzate del Comune di San Giustino da mettere a disposizione di soggetti e operatori che puntino a progetti educati e a quelle buone pratiche che favoriscono l'interazione e la crescita delle comunità.
Questo momento di dialogo e confronto con amministrazioni locali, associazioni e cittadini si inserisce all’interno del progetto su educazione alla cittadinanza globale “Nuove Narrazioni”, cofinanziato dall’ Agenzia Italiana per la Cooperazione allo Sviluppo coordinato da Action Aid Italia e che Tamat porta avanti nella nostra Regione. L’inserimento in COME L’ACQUA E LA FARINA, e il dialogo con Bottegart e NUI Galway, hanno consentito di portare nei vicoli del borgo un insieme di voci e idee differenti su temi centrali per la cittadinanza globale, in un ambiente che solitamente da questi discorsi viene tagliato fuori.
Desia, residente di configniInfine, il 15 settembre invece i protagonisti sono stati le ragazze e i ragazzi migranti e richiedenti asilo beneficiari del progetto Coltiviamo l'integrazione, coordinato da Tamat e cofinanziato dal fondo FAMI del Ministero dell'Interno Italiano, che hanno voluto partecipare alla manifestazione replicando la rappresentazione proposta a Montemorcino qualche giorno prima della "Festa del raccolto della Yam (igname)", in Nigeria la festa più importante legata all’agricoltura, con musica e danze tipiche. Anche qui l'incontro e lo scambio: le danze africane si sono incontrate e mischiate con una danza tipica del folklore del centro Italia, il saltarello; mentre gli abitanti di Configni hanno anche potuto commemorare l’antica tradizione della festa del raccolto dell’uva.
Tutte queste attività hanno avuto lo scopo di creare piccole comunità basate sulla pratica e sulla condivisione di attività, con in mente il benessere collettivo dei piccoli centri umbri e l’integrazione di chi vi è arrivato da poco.
da sx Kalilou Traore Mali, Ali Costa d'Avorio, Colomba Damiani di Tamat e Francesca di Bottart
da sx Andrea Ciribuco NUI Galway EIRE, Ali e Lamine Kidiera Diamante Nocera Umbra e Africa Insieme
Andrea Ciribuco e Ali