News di progetto

Nuove narrazioni, buone pratiche di cooperazione e inclusione

Tamat ha partecipato alla II ed. dell'evento COME L'ACQUA E LA FARINA - Laboratorio di mantecanza sociale Tavola rotonda all'interno di Come l'Acqua e la Farina Il 13 e il 15 settembre Tamat ha…

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  • 25 novembre 2017 Tamat per la giornata mondiale contro la violenza alle donne: “una donna violentata è affare nostro di noi uomini. Noi uomini per primi dobbiamo essere in prima linea". Parla l’ugandese Bobi Nowel project manager di CIPA

     

    IMG 0392 copiafoto ©Alisa Bajrami

      

    Abbiamo incontrato Bobi Nowel presso la sede di CIPA - Centro Internazionale per la Pace tra i Popoli di Assisi. CIPA è partner del progetto coordinato da Tamat UmbriaMiCo - Festival del Mondo in Comune, che attraverso arte e cultura mette  le donne al centro di molte delle iniziative preparatorie alle giornate del festival (1-9 giugno 2018) a riflettere l’impegno di Tamat e CIPA per e con le donne: "sosteniamo il lavoro delle donne e la forza della loro motivazione e della loro competenza, come elementi di successo dei progetti in cooperazione internazionale dall’Africa all’America Latina all’Europa". 

     Oggi, 25 novembre si celebra la Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne: stupri, matrimoni precoci, violenze domestiche. In Uganda, le violenze contro le donne sono frequenti. Alcune organizzazioni lavorano per contrastare questi fenomeni, ma la strada è ancora lunga. Il Parlamento ha recentemente rivisto un disegno di legge che persegue lo stupro coniugale, ma il 40% delle giovani donne ugandesi si sposano prima dei 18 anni. Sulla questione della disuguaglianza di genere, il Paese è al 115° su 152 Paesi nella classifica dell’Undp. Anche lo spazio per parlare delle violenze rimane limitato nella società, per questo motivo si stanno aprendo sempre più discussioni sui social network e nei blog.

    IMG 0075 copiafoto ©Alisa Bajrami

    Bobi Nowel parla con un tono pacato ma senza mezzi termini della situazione delle donne nel suo paese citando il caso della ricercatrice e attivista Stella Nyanzi arrestata il 7 aprile di quest’anno per aver offeso il presidente Yoweri Museveni dalla sua seguitissima pagina su Facebook. Una delle sue critiche più aspre e che ha avuto una risonanza maggiore nel Paese è stata successiva al fallimento del governo nel progetto di fornire assorbenti alle studentesse meno facoltose. Questo progetto era parte della campagna elettorale di Janet Museveni, scelta dal marito come ministro dell’educazione e dello sport ed era motivato dalla necessità di contrastare l’abbandono scolastico femminile in Uganda, in parte dovuto proprio dall’impossibilità per molte ragazze di comprare gli assorbenti e poter così gestire serenamente il proprio ciclo mestruale.

    Temi che attraversano quotidianamente il lavoro di Bobi presso la sartoria nel villaggio rurale di Oluko e soprattutto presso il centro della salute per gestanti, madri e bambini in Arua nel nord del paese. Entrabi progetti di CIPA - Centro Internazionale per la Pace tra i Popoli di Assisi.

    Lavori con CIPA in Arua, che è quella parte dell’Uganda in cui sei nato, cresciuto ed ora lavori. Puoi dirci di più sul luogo da dove vieni?

    Arua è la parte più a nord dell’Uganda, si trova a circa 400 chilometri da Kampala, la capitale. Ho deciso di lavorare con CIPA nel 2014 quando ho aderito al progetto sulla sartoria. In seguito sono anche entrato a lavorare per il progetto su maternità e nutrizione, finanziato da Guido Bruni e dalla Chiesa Valdese

    Com’è la situazione riguardo la sicurezza alimentare in quella parte del paese?

    La situazione è piuttosto tragica in Uganda, e soprattutto da dove vengo io, è difficile riuscire a mangiare 3 volte al giorno. La maggior parte delle persone mangia solo una volta, molte altre nemmeno una. La dieta di base è costituita da fagioli e manioca.

    Quali sono le sfide principali per la sicurezza alimentare ad Arua?

    Le difficoltà più grandi che abbiamo sono il sole e la pioggia. L’intera regione dipende dall’agricoltura e quando la stagione cambia ci sono problemi a livello produttivo e questo porta a scarse quantità di cibo e quindi a malnutrizione.

    IMG 0228 copiafoto ©Alisa Bajrami

    Tu hai un’esperienza nella gestione delle informazioni sanitarie nella tua regione. Puoi dirmi di più riguardo il lavoro che hai svolto prima di unirti a CIPA?

    Ho studiato informatica a Kampala, poi sono tornato ad Arua e sono rimasto lì più di tre anni senza un lavoro. In seguito ho studiato gestione delle informazioni sanitarie e ho lavorato per il centro salute di Oluko ed il centro dialisi di Arua.

    In questo centro di dialisi com’era la situazione dei pazienti?

    In realtà, quando lavoravo lì, non c’erano altri centri di salute statali, così abbiamo aperto il nostro, vicino alla parrocchia perché il più vicino si trovava a circa 5 chilometri di distanza. La maternità è la sfida più grande in quell’area. Io ho iniziato a lavorare con il centro salute solo un anno prima che lo facesse CIPA e in questo centro già stavano sviluppando un progetto sulla nutrizione, quindi mi hanno assunto specificamente per questo percorso.

    Tu non hai una storia di emigrazione nella tua famiglia, nonostante questo mi hai detto che una volta  hai provato a raggiungere il Congo per la scarsità di terra coltivabile nella parte settentrionale dell’Uganda. Puoi dirmi di più sul perché proprio il Congo e sulla scarsità di terre fertili nel tuo paese?

    Arua è una città molto vicina al confine con il Congo e proprio per questa sua posizione strategica, è molto popolata. Molte persone si sono trasferite ad Arua perché è la città più grande nella parte settentrionale. Un altro fattore che ha portato alla caduta della produzione è lo stanziamento di persone nelle aree precedentemente adibite all’agricoltura. Ecco perché molti di noi, non solo io, pensano ad andare in Congo, che pur essendo a poco più di tre chilometri dalla nostra città, ha un clima più favorevole e adatto a molte coltivazioni.

    Ci puoi dire più riguardo il tuo lavoro quotidiano e le sfide all’interno dei progetti CIPA.

    Con CIPA al momento sto gestendo due progetti, uno riguarda la sartoria, l’altro concerne maternità e alimentazione con il centro salute. Per quanto riguarda le sfide in merito alla maternità, è davvero difficile gestire la situazione perché il governo non da soldi al centro e dobbiamo farci bastare i fondi che raccoglie il centro e il supporto di CIPA. Quindi la sfida è anche avere più personale cosi che le donne e le madri possano avere ciò di cui hanno bisogno.

    IMG 0119 copiafoto ©Alisa Bajrami

    Quante donne vengono raggiunte attraverso il centro della salute?

    In un mese raggiunge più di 100 madri; non posso dare dei numeri precisi perché non li ho con me, ma i i numeri sono molto alti perché in Africa il tasso di natalità è molto alto.

    Qual è l’età del gruppo di madri che vengono al centro?

    Dai 18 ai 45/50 anni

    Guardando alle beneficiarie del centro di maternità e alle beneficiarie della sartoria, quale la tua osservazione generale in merito alla condizione delle donne in Uganda?

    La mia opinione deriva da quello che vedo quotidianamente. Nella mia regione, ma anche in altre aree dell’Africa (lo vedo ovunque lì), per quanto riguarda l’educazione, le donne lasciano la scuola e quasi mai finiscono gli studi. Conseguentemente non riescono a trovare un lavoro e provvedere per loro stesse; per questo hanno bisogno di un uomo anche perché restano incinte e non riescono a permettersi i soldi per il cibo. Le donne in Uganda non lavorano fuori, possono solo dedicarsi al lavoro familiare. Quindi si hanno donne molto poco istruite che vengono picchiate e violentate e che non possono dare voce alle proprie opinioni. Prendendo la nostra cultura ad esempio, quando si paga la dote al futuro marito, la donna non può abbandonare la casa in cui vivono, anche se viene violentata dal coniuge. Questo è quello che succede nella nostra area ed è questa la ragione della malnutrizione sia di adulti che di bambini.

    Per le donne del progetto della sartoria e del centro di maternità, è previsto un consultorio in cui possano dar voce alle loro preoccupazioni o ad eventuali situazioni particolari in cui potrebbero trovarsi?

    Nella sartoria di Oluku la situazione è diversa. Quando selezioniamo le beneficiarie scegliamo quelle separate dai loro mariti e quando le abbiamo portate nella sartoria ci parlo personalmente e le incoraggio ad andare avanti; nella sartoria le motiviamo sempre a lavorare per se stesse così da poter imparare un mestiere e c’è stato un grande cambiamento rispetto a quando abbiamo iniziato il progetto.

    IMG 9689 copiafoto ©Alisa Bajrami

    Quindi vedi un cambiamento nelle donne coinvolte nel progetto della sartoria e le vedi più sicure di se stesse man mano che il lavoro va avanti. In quanto padre e marito, cosa serve all’Uganda per far progredire la condizione della donna nell’ottica di una parità di genere?

    È ancora lunga la strada per il raggiungimento della parità di genere in Uganda anche a causa degli altri problemi che affliggono il paese. Il centro della città si trova in una migliore situazione ma per quanto concerne le aree più periferiche ci sono molti problemi: le ragazze non possono permettersi un’educazione appropriata e questo le limita in molti aspetti. Il loro futuro viene compromesso a 14 – 15 anni. A questa età iniziano ad avere delle esigenze che i genitori non riescono a soddisfare e conseguentemente vanno a cercare le cose di cui hanno bisogno in altre parti, molto spesso rimangono incinte e lasciano la scuola, e tutto questo accade frequentemente in un contesto di violenza. Molte persone sostengono l’emancipazione femminile. La persona che stimo maggiormente è Stella Nyanzi, docente durante la mia carriera universitaria. A lei sta molto a cuore la causa dei diritti delle donne è molto franca e diretta. L’ammiro e la supporto.

    In relazione al progetto di Tamat con CIPA in Umbria, “ UmbriaMico - Festival del mondo in comune”, vorrei chiederti una o due parole chiave che secondo te esprimono al meglio il concetto di “mondo in comune”

    Per me avere un mondo in comune significa avere un mondo di pace perché tutti dovrebbero poter vivere allo stesso modo.

    Intervista di Colomba Damiani, Coordinatore del progetto UmbriaMiCo - Festival del Mondo in Comune

     

  • Foligno: mondo in comune per "Cittadini d'Europa, Cittadini del Mondo"

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    "Cittadini d'Europa, Cittadini del Mondo", Spazio ZUT! (Foligno). 

    UmbriaMiCo - Festival del Mondo in Comune di Tamat, co-finanziato da Agenzia Italiana per la Cooperazione allo Sviluppo (AICS), apre ufficialmente il ciclo di appuntamenti folignati Mercoledì 9 maggio presso Spazio ZUT! con Cittadini d’Europa, Cittadini del Mondo”.

    A quarant’anni dalla scomparsa di Aldo Moro, Sandro Cappelletto sceglie la parola Condivisione – tanto cara al giurista democristiano – come filo rosso di tutta la tavola rotonda. Il giornalista e critico musicale veneziano guarda con disappunto ad una realtà globalizzata in cui l’Europa si tradisce nei suoi presupposti mettendo in atto politiche di esclusione anziché di integrazione, e commemora in risposta la nascita della European Union Youth Orchestra (EUYO), ambasciatrice culturale dei valori fondanti e degli ideali dell’Unione, attualmente con sede a Ferrara.

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    Andrea Segre.

    Ospite d’eccezione è il regista Andrea Segre, che s’intrattiene in un open talk con Lamin Junior Kidiera, immigrato senegalese. Da questo scambio emergono dei punti centrali sul tema delle migrazioni: dalla prospettiva di un migrante, quanto siano pretenziosi i requisiti richiesti per fare ingresso in un Paese comunitario e quanto al tempo stesso sia più agevole invece cadere nelle mani di trafficanti abusivi, mentre, agli occhi di un cittadino, quanto il fenomeno spesso rimanga incompreso e perciò inascoltato.

    “Bisogna parlare delle proprie paure è il primo passo per conoscersi a vicenda”, dice Kidiera, per non cadere nella trappola del pregiudizio.

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    Jean-Baptiste Sourou.

    Jean-Baptiste Sourou, fondatore e Presidente di “Cèdres” in Benin, si allaccia al dibattito con un intervento appassionato che incoraggia tutti a rimanere consapevoli della cultura del proprio Paese di provenienza e, partendo da rispetto quotidiano delle proprie radici, ad inseguire i propri sogni. L’Ong sin dalla sua nascita s’impegna infatti nella formazione di giovani generazioni per offrire opportunità lavorative all’interno della comunità di appartenenza.

    A concludere la giornata, dopo la Cena di Quartiere organizzata da Tamat e da L'Arca del Mediterraneo Onlus, torna di nuovo il tema della Musica con Stefano Baroni al centro di un Drum Circle che ha pienamente trascinato tutti i partecipanti in una delle forme espressive più autentica e sconfinata del desiderio di libertà.

    Foto Simone Telari © 2018

    Arianna Fulmini, Studente di LT-Comunicazione Internazionale dell'Università per Stranieri di Perugia. Stagista a Tamat

  • Il Festival del Mondo in Comune: UmbriaMiCo inizia a Perugia e Assisi

    IMG 1755UmbriaMiCo: il Festival del Mondo in Comune itinerante che, dal primo al nove giugno, interesserà le città di Assisi, Foligno, Marsciano, Orvieto, Perugia e San Giustino 

    https://www.youtube.com/watch?v=k0Fn7JOmJxQ&t= 

    (AVInews) – Perugia, 30 mag. – È tutto pronto per UmbriaMiCo, il Festival del Mondo in Comune, che si aprirà venerdì primo giugno nel complesso monumentale di San Pietro a Perugia e, allo stesso tempo, ad Assisi.

    Progetto Tamat, supportato dalla Agenzia Italiana per la Cooperazione allo Sviluppo, si svilupperà nell’arco di dieci giorni, fino a sabato 9 giugno in sei città umbre, toccando anche Foligno, Marsciano, Orvieto e San Giustino e raccontando attraverso forme d’arte e di comunicazione un mondo possibile, quello dell’integrazione e della convivenza.

    Si parte, dunque, a Perugia con l’evento inaugurale alle 10.30 nell’aula F del Dipartimento di Scienze agrarie, alimentari e ambientali, a cui saranno presenti per Tamat la Presidente Patrizia Spada, il Direttore Pietro Sunzini e la Coordinatrice di UmbriaMiCo Colomba Damiani, insieme a Donatella Porzi, Presidente dell’Assemblea legislativa dell’Umbria, e Francesco Panella, Vicepresidente della Fondazione per l’istruzione agraria. Prevista in questo contesto la tavola rotonda “Educazione alla cittadinanza globale strumento di sviluppo per la cooperazione internazionale’”, alla quale prenderà parte, tra gli altri, Silvia Stilli, portavoce dell’Associazione Ong italiane (Aoi). La giornata prosegue con il vernissage di “I percorsi del desiderio”, mostra collettiva itinerante curata da Paola Bernardelli, che raccoglie sul tema dell’architettura urbana i lavori di 18 artisti provenienti da paesi di tre diversi continenti. Ancora incontri in questa prima giornata a Perugia.

    Alle 16 ci sarà spazio per l’evento organizzato in collaborazione con Asvis, l’Alleanza italiana per lo sviluppo sostenibile, cioè il pomeriggio con Salvatore Ceccarelli, genetista di livello internazionale a cui si devono percorsi di ricerca e innovazione per un ritorno alla coltivazione di semi antichi. Si passa poi al binomio “musica dal mondo” e “cibo e cultura” presso il Chiostro delle stelle del complesso di San Pietro, tra concerti di donne in jazz e cene del ristorante Nadir, proposte dalla eco-cuoca Francesca Taticchi, a base di prodotti esclusivamente umbri. Il concerto, alle 20.30, sarà quello di Heidi Li, artista internazionale che canta in tutti i dialetti, accompagnata da un talento umbro al pianoforte, Manuel Magrini. Sabato 2 giugno toccherà invece alla giovane interprete del jazz umbro Anna Panzanelli, con “Bluer Than Blue Project”, omaggio a due compositrici e cantanti americane.

    33360575 232125244214907 3775057742427848704 nLo spettacolo teatrale di Farneto teatro “Verso Sankara: alla scoperta della mia Africa” sarà anche a Foligno, il 4 giugno. 

    Sempre in questo primo weekend di UmbriaMiCo ci sarà un altro importante appuntamento, anteprima per l’Umbria, prodotto da Farneto teatroTamat, la messa in scena di “Verso Sankara: alla scoperta della mia Africa”: spettacolo teatrale, per la regia e la drammaturgia di Maurizio Schmidt, in programma domenica 3 giugno a Perugia al teatro Oasi di Sant’Antonio.

    Nel frattempo, ad Assisi si aprirà alle 10 in piazza del Comune una giornata ricca di appuntamenti che vedrà la partecipazione degli istituti scolastici superiori della città. Ci saranno due laboratori: uno per la presentazione dei lavori degli studenti e l’altro di fumetto live con Filippo Pararelli. Tamat con l’istituto alberghiero di Assisi proporrà anche una merenda dal mondo per poi lasciare spazio a uno spettacolo teatrale e musicale con gli studenti del Polo-Bonghi. Tutto si chiuderà alle 18 con un girotondo e il concerto delle bande musicali giovanili.

    Carla Adamo

  • La Festa del raccolto dell'Okra tra gli orti di Montemorcino e l'Antica Trattoria San Lorenzo

     invito da Tamat per Festa OkraOkra per tutti. 

    16 settembre 2018, Montemorcino. Tamat presenta la “Festa del raccolto dell'Okra”, con la partecipazione del Vescovo ausiliare della diocesi di Perugia-Città della Pieve Paolo Giulietti, di Selene Capitanucci e dello chef stellato Simone Ciccotti.

    All'interno del più ampio programma di UmbriaMiCo - Festival del Mondo in Comune, in particolare, Tamat organizza una visita guidata tra gli orti di Montemorcino per mostrare l'attività di sperimentazione agricola dell'okra (o gombo), realizzata all'interno del progetto di inclusione e integrazione delle donne migranti attraverso l'orticoltura urbana Urbagri4Women.

    MKBI1847Una beneficiaria di Urbagri4Women durante il raccolto.

    A presentare il progetto e la coltura della pianta africana, iniziata lo scorso maggio e innovativa per il suolo umbro, lo staff di Tamat e i ragazzi che hanno lavorato in Urbagri4Women, con la partecipazione del Vescovo ausiliare della diocesi di Perugia-Città della Pieve Paolo Giulietti.

    Se il pomeriggio si potrà vedere il gombo, la sera sarà possibile anche assaggiarlo, gustando le ricette preparate dallo Chef e Patron presso l'Antica Trattoria San LorenzoSimone Ciccotti.

    Di fama internazionale e ambasciatore della cucina perugina, Ciccotti si è fatto portavoce della cucina italiana all'estero ed è stato insignito lo scorso maggio dal premio Chef Awards per la migliore “web reputation” nel corso di un evento pubblico al Forte Village Resort in Sardegna, al quale hanno partecipato i migliori cento chef del 2018, oltre che dal premio “Best Chef Sostenibile 2017”.

    UmbriaMiCo e Urbagri4Women sono progetti Tamat cofinanziati, rispettivamente, da AICS e Commissione Europea (DG Migration and Home Affairs - nel quadro del Fondo Asilo, Migrazione e Integrazione)

     

  • UmbriaMiCo partecipa alla Settimana Africana Regionale 2018 - XXI° FANO

     

    sankaraDa Witness BBC World Service Thomas Sankara African Revolutionary

    «Nella regione dove vivono i Polò - racconta Congo - ci sono due tipi di serpenti, la vipera e il boa. La vipera viene uccisa, il boa no: è troppo forte. Se torni a casa tua e dentro trovi un boa, devi fare due cose: prima andare dallo sciamano e chiedere che compia un sacrificio per capire perché è venuto proprio da te, poi aspettare che il boa esca. Di solito esce, con calma, ma esce». A parlare è Congo il protagonista dell’opera Il paese degli uomini integri: omaggio al Burkina Faso, un racconto di Sandro Cappelletto scritto per la musica di Fausto Sebastiani con Marta Vulpi soprano e i giovani musicisti del Conservatorio di Latina Ottorino Respighi diretti da Francesco Belli.   Un evento Tamat per la Settimana Africana Regionale 2018 - XXI° all'interno di UmbriaMiCo - Festival del Mondo in Comune con Nuova ConsonanzaL'Africa ChiamaMarche Solidali e in collaborazione con il Comune di Fano Assessorato alla Cultura e Turismo.  Un viaggio in prima persona che inizia da un guscio d'uovo rotto accanto a una tomba sbrecciata senza fiori in un quartiere nella zona orientale di Ouagadougou e si snoda a ritroso verso Sankara, Presidente del "Paese degli uomni integri" tra il 1984 e il 1987 assassinato assieme a dodici soldati della sua guardia del corpo il 15 ottobre del 1987.  Dopo il concerto una conversazione aperta con il pubblico della Settimana Africana Regionale 2018 - XXI° su Thomas Sankara con contributi da Sandro Cappelletto, Piero Sunzini direttore di Tamat e il giornalista Andrea Chioini.  Il Paese degli uomni integri è un’occasione per avvicinarci attraverso l’ascolto al paesaggio umano e culturale del Burkina Faso, per ridarci un senso di giustizia delle distanze di questo mondo.  Fano confina con il Burkina Faso!  Ingresso libero Una iniziativa Tamat all'interno di UmbriaMiCo, co-finanziato da AICS

     

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