Esperti italiani della ONG Tamat e dell’agenzia di comunicazione Giusti Eventi già operativi sul terreno

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Da sabato 28 aprile a martedì 7 maggio una missione di esperti italiani dell’Ong Tamat e dell'agenzia di comunicazione italiana Giusti Eventi ha soggiornato in Mali per lo sviluppo di una campagna di comunicazione a favore delle popolazioni maliane sui temi del contrasto all’immigrazione gestita dai trafficanti verso l’Europa.

Missione1La delegazione, composta dal capo progetto Simone Foresi e da Denisa Savulescu, rappresentante paese per il Mali dell’ONG italiana Tamat, insieme ad Elena Elia e Paolo Saglia, esperti dell’agenzia di comunicazione Giusti Eventi di Torino, è stata supportata nelle attività in loco dallo staff di progetto di una Ong maliana.

Sono stati svolti tre focus group a Kati (comune urbano), a Yélékébougou e a Kambila (comuni rurali del circondario di Kati).

I tre focus hanno permesso di coinvolgere, dialogare e interagire con persone già migrate di ritorno nel paese, con giovani che desiderano prendere la via dell’emigrazione, ma anche con persone che non hanno per niente voglia di lasciare il Mali.

Questi focus group sono stati animati in francese ed in lingua Bamanan e si sono basati su attività interattive allo scopo di incrociare “immaginario e reale” con questionari di sociometria. L'obiettivo è stato quello di conoscere in profondità il desiderio reale di ogni partecipante utile per poi elaborare una campagna di comunicazione per il contrasto all'immigrazione gestita dai trafficanti.

La discussione ha permesso di far emergere il carattere estremamente pericoloso dell'immigrazione e la necessità di mettere gradualmente fine a tali comportamenti.

Missione2Gli immigranti di ritorno al paese hanno avuto l'opportunità, durante le attività, di spiegare le loro differenti disavventure sia intraprendendo la “via terrestre” con il lungo viaggio attraverso il Sahara, sia la “via mediterranea” a bordo soprattutto di imbarcazione più o meno di fortuna, per avviarsi a raggiungere l’Europa.

I partecipanti hanno affermato di avere vissuto e condiviso il “calvario” con numerosi migranti, vedendo morire donne e uomini sia nella traversata del Sahara che in quella mediterranea. Hanno raccontato degli imprigionamenti, delle torture e di avere subito pratiche razziste, non solo in Europa ma anche nei centri di detenzione e nei paesi di transito del Nord Africa. La delegazione di esperti italiani ha potuto mettere a profitto il soggiorno anche per visitare le famiglie delle persone emigrate che hanno deciso di tornare, volontariamente, in Mali.

Momenti molto forti e emozionanti che hanno permesso agli esperti e cooperanti italiani di conoscere meglio e in maniera più profonda la vita di queste persone che nonostante tutto non hanno perso la speranza e che continuano a condurre la propria vita in Mali.

Elena Elia e Paolo Saglia hanno approfittato, anche, della loro presenza nel Mali per incontrare i responsabili della Radio Bèlèkan di Kati, degli artisti locali e dirigenti dell'Associazione Maliana per l’Assistenza degli Espulsi (AME). Gli scambi hanno riguardato la strategia di creazione della campagna di comunicazione contro l'immigrazione clandestina. Tutti gli interlocutori incontrati hanno annunciato la loro disponibilità a dare il proprio contributo al progetto AwArtMali.

missione4Il progetto AwArtMali rappresenta un'azione congiunta tra i partner di Italia, Spagna e Cipro, con l’assistenza e il supporto dell’agenzia maliana Le Tonus, che ha l'obiettivo di contribuire al cambiamento delle percezioni e del comportamento dei cittadini maliani, che considerano l’immigrazione verso l’UE come l’unica soluzione ai loro problemi economici e sociali. Il progetto si prefigge di informare i maliani sui rischi della migrazione gestita dai trafficanti e sulle possibili alternative sicure di migrazione.

 

 

 

 

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